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LA NUOVA PRODUZIONE A DICEMBRE SI FERMA A 5,8 MILIARDI, IL PUNTO PIÙ BASSO DA OTTO ANNI
di Anna Messia
C’è stata una nuova frenata delle polizze vita a dicembre. Secondo il report pubblicato ieri da Ania, la nuova produzione è stata infatti pari a 5,8 miliardi, l’ammontare più basso degli ultimi otto anni rispetto a quel mese. Le compagnie di assicurazioni, in un contesto di ripresa dei tassi d’interesse, continuano evidentemente a soffrire della concorrenza di altri prodotti d’investimento che riescono a offrire rendimenti più elevati. Un trend che va avanti da mesi: il dato complessivo di nuova produzione del 2022 è stato infatti di 73,2 miliardi, che rappresenta una frenata del 14% rispetto all’anno prima. Ma la situazione, riferiscono fonti ben informate, appare sotto controllo e l’andamento della prima parte dell’anno che si è appena aperto sarebbe in recupero.
Da monitorare attentamente, in questo scenario, c’è il dato sulle minusvalenze latenti che si sono venute a creare nei portafogli delle polizze Vita in un momento caratterizzato appunto dalla ripresa dei tassi e dal recupero dell’inflazione, con la guerra e la crisi energetica che aumentano l’incertezza. Alla fine del 2022, l’ultimo dato comunicato al mercato, le minusvalenze nel ramo Vita erano pari, per la precisione, a 56 miliardi di euro. Perdite che rimangono sulla carta e che potrebbero concretizzarsi solo qualora gli assicurati decidessero di riscattare in massa, anticipatamente, le polizze vita, costringendo le compagnie a vendere quei titoli e a rendere le perdite reali. Ecco perché il dato sui nuovi afflussi di raccolta Vita è particolarmente importante in questa fase, oltre ovviamente a quello sui riscatti.
L’allarme era scattato nei mesi di settembre e ottobre, quando i riscatti avevano superato i nuovi afflussi, facendo registrare al sistema una raccolta netta negativa, ma poi il trend si è subito invertito a novembre con una bilancio complessivo tornato in positivo. Per quanto riguarda dicembre i dati non sono ancora completi perché manca quello sui riscatti, ma la sensazione è che il settore sia rimasto positivo anche se ancora non c’è certezza. Di certo, in queste settimane, le compagnie non sono rimaste con le mani in mano e hanno preso le contromisure nel tentativo di rendere di nuovo le polizze vita attraenti agli occhi dei risparmiatori.
La mossa è stata la riscoperta delle polizze vita tradizionali di ramo I, che in larga parte investono in Btp e che beneficiano dei tassi in salita. Non solo. La spinta sui nuovi prodotti non è l’unica strategia che stanno attuando per fronteggiare le minusvalenze latenti. In campo stanno scendendo anche i riassicuratori. Perché le regole di solvibilità di Solvency II prevedono un aggravio di capitale in caso di comparsa di minusvalenze latenti. Tecnicamente si chiama mass lapse risk e viene calcolato sull’ipotesi che venga riscattato all’improvviso il 40% del portafoglio. Per evitare di dover aumentare sensibilmente gli accantonamenti di capitale le compagnie stanno guardando ai riassicuratori, lavorando a contratti che trasferirebbero il rischio del portafoglio Vita e che avrebbero ricadute positive sul Solvency. La riflessione è in atto, con l’Ivass, l’autorità di controllo del settore che prima di concedere «sconti sul capitale» vuole però analizzare i dettagli dei singoli contratti firmati dalle compagnie con i riassicuratori.
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